Viviamo un periodo quanto meno delicato. Parole come “spread”
e “recessione” sono prepotentemente entrate a far parte del linguaggio comune, gettando
un’ombra inquietante sul futuro prossimo.
E allora tutti giù a lamentarsi, a criticare tutto e tutti, a
minacciare (chi?) di andare via da questo Paese, ad esaltare le virtù di questo
o quello stato, a dar sfogo ad ogni sorta di qualunquismo.
E’ lecito indignarsi, ma è tuttavia necessario reagire per
dimostrare, almeno, di esserci ancora, di essere ancora vivi. A tale proposito, ci si aspetta la
partecipazione di quanti, con la loro esperienza, hanno qualcosa da insegnare o
una testimonianza da fornire con cognizione di causa affinché siano da stimolo
a coloro che, invece, sono chiamati a fare i conti con questa damnosa hereditas: i giovani.
Occorre prendere spunto dalle parole di Sandro Pertini il
quale affermava che “I giovani non hanno
bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e
di altruismo” .
Esempi. Modelli da seguire, solchi destinati a diventare
strade verso una nuova Primavera non
solo economica, ma anche culturale e sociale. Rendere il proprio ruolo,
professionale o politico, una testimonianza di impegno e di onestà. Diventare modelli
emancipandosi dalla mera veste di indignati è uno dei modi di “fare la propria parte” senza la
presunzione di essere eroi nè la sfortuna di diventare martiri. Se ognuno
facesse qualcosa non ci sarebbe bisogno del sacrificio di taluni illuminati. E
gli eroi è meglio averli in vita.
Don Pino Puglisi è stato un eroe. E un martire. Questo è uno
dei suoi pensieri: “Le nostre iniziative
e quelle dei volontari devono essere un segno. Non è qualcosa che può
trasformare Brancaccio. Questa è un’illusione che non possiamo permetterci. E’
soltanto un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani. Lo
facciamo per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le
maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare
molto”.
Siate modelli. Insegnate qualcosa. A riprova di quanto appena sostenuto, saluto con gioia questo
spazio nel quale ho il privilegio di intervenire.
Salvino Roberto
Sciacca: "Repubblica delle Banane". Il paese (perchè città non è) di "Lu Cannalivari" e di"Cu Arriva metti Liggi". Detto questo. Quale modello di riferimento può rivoluzionare la cultura arcaica di questo paese?
RispondiEliminaE se come segno i nostri amministratori (locali, provinciali, ecc.) decidessero di operare un piccolo taglio alle loro indennità?
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