giovedì 21 giugno 2012

VIDEOSORVEGLIANZA NEI CENTRI ABITATI: QUANTO L'ESIGENZA DI SICUREZZA RIDUCE LA LIBERTA' DELL'UOMO? di Ignazio Cucchiara


La decisione del Comune di Ribera di ricorrere al sistema di controllo mediante la videosorveglianza rende attuale anche da noi il delicato problema della crescente domanda di sicurezza a scapito della libertà.
Ha ragione chi ritiene che l’installazione di telecamere finisce per eliminare la privacy dei cittadini, o chi afferma che tale strumento di controllo va utilizzato ed anzi impiegato nella misura maggiore possibile?
Personalmente ritengo che non si possa escludere pregiudizialmente il ricorso alla videosorveglianza, se è vero come è vero che ogni giorno di più assistiamo a forme di crescente dissociazione, e di conseguente offesa verso persone e cose.
Tuttavia, come ha avuto modo di affermare l’Autorità Garante per la privacy, è necessario trovare il corretto punto di equilibrio fra due beni preziosi e irrinunciabili, quali la libertà e la sicurezza.
Il controllo (e non è questo l’aspetto che ancora ci tocca da vicino) finisce, quando si fa eccessivo, per diventare un’arma micidiale nelle mani di chi (il ‘grande fratello’) gestisce il potere, come testimoniano quegli uomini che, nel corso della storia, hanno lottato per la conquista o la riconquista della libertà perduta.
E perciò, controllo sì ma con giudizio.
Certo, mi fa senso questo povero uomo che ogni giorno di più diventa schiavo della macchina e costretto a ‘buoni sentimenti imposti dalla macchina’: quanto sarebbe più bello ritornare a quella libertà che ti costringe a fare i conti con te stesso e a tirare fuori il meglio di te sotto l’occhio attento della tua coscienza (e non della macchina).
Ignazio Cucchiara

martedì 19 giugno 2012

I VOSTRI CONTRIBUTI/3. IL LETTERANDO IN FEST E' UNO SCHIAFFO MORALE A CHI SOSTIENE CHE CON LA CULTURA NON SI MANGIA di Luigi Licari

Da molto tempo ammiro e sostengo l'impegno di Sino Caracappa per organizzare e promuovere ioniziative culturali nella nostra città. 
Alcuni, non trovando argomentazioni migliori, sostengono che essendoci un profitto non ci sia alcun merito. 
Credo invece che il coniugare profitto e cultura (comunque, occorre ricordare che l'ingresso al Letterando è sempre stato gratuito) sia un ulteriore titolo di merito oltre ad essere uno schiaffo morale verso chi sostiene che con la cultura non si mangia. 
Complimenti, dunque, a Sino e ai suoi collaboratori per l'impegno profuso e per la grande qualità delle iniziative. 
Luigi Licari

lunedì 18 giugno 2012

LETTERANDOINFEST: SCIACCA CRESCE GRAZIE ALLA CULTURA

L'iniziativa del Letterandoinfest, che si è svolta lo scorso fine settimana a Sciacca, dimostra che se si vuole investire sulla cultura lo si può fare. Ed è di tutta evidenza che questa iniziativa rientri in un programma di amore assoluto per la Città e le sue risorse.
A Sino Caracappa e ai suoi collaboratori va riconosciuto il merito di aver fatto diventare la nostra Città un punto di riferimento per la crescita culturale.
Lo spirito di questo blog va proprio nella direzione del ruolo che ciascuno di noi può svolgere per aiutare la Comunità ad affrancarsi da una condizione di ritardo che tocca i diversi settori della vita pubblica: quello politico, quello sociale, quello economico, quello culturale.
Noi siamo accanto a chi, come Sino Caracappa, porterà avanti iniziative di tale portata.


martedì 12 giugno 2012

TRIBUNALE SALVO, PROCURA SOPPRESSA? SE COSI' FOSSE SAREBBE LA CLASSICA (E CONTRADDITTORIA) SOLUZIONE ALL'ITALIANA di Ignazio Cucchiara


La diffusione della criminalità organizzata sul nostro territorio, confermata da numerose operazioni di contrasto condotte nel corso degli anni, non ci rende tranquilli. 
E', però, tranquillizzante che, a quanto pare, il Ministero della Giustizia ne stia tenendo conto nell'ambito del progetto di riforma della geografia giudiziaria.  
Stando a quanto si apprende, in particolare, sembra scongiurato il pericolo che il Tribunale di Sciacca possa essere chiuso.  
Al tempo stesso, tuttavia, si ipotizza che alla fine ad essere comunque soppresso possa essere l'ufficio della Procura della Repubblica.
Trovo che tale scenario sarebbe quanto meno contraddittorio. Perché se gli uffici giudiziari della nostra Città dovessero essere mantenuti sulla base della specificità di una conclamata presenza della mafia sul territorio, non si capisce quale sia il criterio che al tempo stesso stabilisce l'accorpamento della Procura con gli uffici giudiziari di Agrigento. Per non parlare del trasferimento del Gip e del Gup, sempre nel capoluogo.
Se tale ipotesi fosse confermata, a venire fuori sarebbe la classica soluzione all'italiana. E dunque se da un lato è giusto, nell'interesse del Comune, puntare al conseguimento del miglior obiettivo possibile, è coerente al tempo stesso essere prudenti e tentare di giocare anche tutte le carte a disposizione per conseguire quello che, opportunamente, il Sindaco ha definito "risultato pieno". 
Ignazio Cucchiara

sabato 9 giugno 2012

I VOSTRI CONTRIBUTI/2. SULLA VICENDA DEL RICORSO SULLA TARSU L'INTERESSE DEL COMUNE PREVALGA SU OGNI ALTRA COSA di Massimo D'Antoni

Mi permetto di esprimere la mia opinione sulla vicenda del ricorso al CGA contro la sentenza del TAR che ha bocciato l'aumento del 35% della Tarsu per una questione di competenza. 
Penso che la questione più importante che, nel bailamme politico si è persa di vista, sia se oggi fosse conveniente o meno al Comune presentare appello. Ebbene: la risposta (ahimé) è sì. 
In questo momento le casse comunali non possono  sostenere alcun rimborso. Se l'appello dovesse dire il contrario, vedremo il da farsi. 
Dispiace tuttavia che, come al solito, la vicenda si sia trasformata nel solito teatrino della politica, ancorché con risvolti giuridici assolutamente rispettabili e dignitosamente difesi dall'Avvocato Stefano Scaduto. Il Sindaco Di Paola deve perseguire l'interesse del Comune. E se a questo corrisponde il ricorso al CGA, è giusto averlo presentato. 
A ciascuno il suo. A chi amministra il dovere di fare una scelta nell'interesse della comunità. 
So che la mia è una posizione impopolare, ma il senso di responsabilità deve prevalere su ogni altra cosa. Compreso (perfino) il rischio di vedersi dare dell'incoerente e dell'ingannatore politico.
Massimo D'Antoni

mercoledì 6 giugno 2012

I VOSTRI CONTRIBUTI/1. INTERNET E DEMOCRAZIA. IL WEB NON SOSTITUISCE LA DEMOCRAZIA, MA E' UNO STRUMENTO OGGI FONDAMENTALE di Antonino Carlino

Mi richiamo alla "terrestrità" aristotelica. Gli esponenti dei partiti non si richiamano all'etica, producendo lo scollamento e l'estinzione dei partiti e con loro tutta la presunata "democrazia partecipativa" che ritengono di detenere.
Ci sono politici (ormai di professione) che si sono astratti dalla dimensione terrena, credendosi "Deus ex machina" da cui tutto dipende: dal cambio di una lampadina alla legiferazione sull'eutanasia. Il loro ossigeno sono solo un manipolo di persone legate tra loro solo da interessi economici. 
Internet, con i social network, ha ridato voce alla gente o meglio alle PERSONE, che rappresentano la vera base politica con le istanze sociali, le proposte economiche e, sopratutto, la necessità di cultura umana favorito dal libero scambio di opinioni su livelli geografici e sociali, impesabili fino a pochi anni fa. 
Tutto questo per i "politici del palazzo" è impalpabile, perché lontanissimi dall'intercettare il voto d'opinione. La fortuna e la bravura di quelle forze politiche che comunicano ed interagiscono con le PERSONE su internet, si traduce nella concretezza del fare politica. 
Chi ascolta la "Piazza virtuale", e opera di conseguenza, costituice esempio positivo di democrazia partecipativa. Sono convinto che la politica del palazzo, le segreterie politiche etc etc siano lontanissime dai social network perché la velocità di elaborazone del pensiero, e lo spirito critico che molti cittadini conservano, non coincide più con la statuaria immobilizzazione del potere e del governare. 
La politica deve ripartire dal singolo cittadino, e internet non è un sostituto della politica, ma un mezzo. Uno strumento come lo era il messaggio di fumo, il tam tam, il volantinaggio, la riunione di sezione. 

Antonino Carlino

martedì 5 giugno 2012

I PARTITI RESTANO INSOSTITUIBILI, MA OGGI IL CONFRONTO SU INTERNET MI SEMBRA PARTICOLARMENTE INTERESSANTE di Ignazio Cucchiara


Ringrazio pubblicamente gli amici che mi hanno testimoniato interesse (oltre che quel sentimento di considerazione del quale mi sento umanamente gratificato e che ricambio); lo faccio pubblicamente, in linea con le ragioni che mi hanno spinto a cercare il confronto attraverso questo blog.
E, a proposito di tale bisogno di confronto, ritengo utile rispondere all’affermazione dell’amico Franco Zammuto, laddove lo stesso, nel darmi il benvenuto, afferma testualmente: Credo in internet come eccezionale veicolo di idee. Ma, sarò CONSERVATORE, credo ancora nella politica dentro i partiti con incontri, scontri, dibattiti e quant'altro.
È proprio questa un’affermazione di Zammuto, alquanto stimolante, che mi consente di esternare (sottoponendolo al confronto con gli eventuali interessati) il mio punto di vista alla luce dell’esperienza maturata nel tempo in ruoli diversi, da quello di giovane studente ‘rivoluzionario’, a quello di segretario comunale, di avvocato e a quello ultimo di amministratore pubblico. Ho avuto modo di riflettere e ritenere (come si legge nel titolo di un recente romanzo di Margaret Mazzantini) che nessuno si salva da solo e che, in ragione della natura sociale dell’uomo, il gruppo è la forza vitale che consente all’individuo di garantirsi anche una risposta di taglio esistenziale.
Orbene in politica, soprattutto in democrazia, il gruppo è rappresentato soprattutto dal partito: ne sono abbastanza convinto, anche se, come tanti, vivo le mie perplessità rispetto a tale organizzazione che, al pari di qualsiasi altra struttura sociale, risente inevitabilmente della profonda crisi di cui soffre attualmente l’intera nostra società occidentale; mi domando, in particolare, se il partito oggi sia ancora luogo – come afferma Franco – di <<incontri, scontri, dibattiti e quant'altro>> (e dunque di formazione e di crescita) o piuttosto semplicemente uno strumento di gestione del potere.
Mi auguro che presto si possa ritornare al ruolo vero del partito politico (spazio democratico di incontro, non solo in fase elettorale, tra soggetti accomunati da una medesima finalità politica).
Ciò premesso, mi pare opportuno chiarire che il mio desiderio di confrontarmi con gli altri, in un rapporto di reciproco arricchimento, trova una delle sue ragioni in quella sopravvenuta comune esigenza di guardare direttamente all’interesse generale della nostra società, al di là dei partiti. 
Mi chiedo, infatti, se la crisi socio-economico-esistenziale che ci attanaglia non coinvolga tutti, compresi i partiti, e se non sia necessario, per la salvezza della nostra democrazia (oggi affetta dal cancro della clientela che sorregge il potere), rimediare all’eccesso di delega.
E mi chiedo ancora: questa riflessione è possibile che avvenga oggi all’interno dei partiti o è necessario cercare altri strumenti che consentano, partendo dalla base, la libera circolazione delle idee, alla ricerca di quella conferma che ti viene dall’altro, in un rapporto finalmente alla pari?
Mi sembra che internet stia sostituendo i vecchi luoghi di incontro e di confronto. Certo non potrà, questo potente mezzo di comunicazione di massa, sostituire l’incontro “de visu” tra soggetti interessati alla conoscenza e alla crescita culturale; ma oggi, mi appare come qualcosa di particolarmente interessante: le tue affermazioni - inchiodate lì – consentono all’altro di riflettere e di rispondere senza fretta, con il ritrovato gusto di chi avverte di non essere semplicemente un recipiente vuoto che altri possono riempire a loro piacimento.
Ed è proprio con questo spirito che, qui, desidero esternare il convincimento (maturato durante gli anni di impegno amministrativo) che le cose più belle (a proposito dell’organizzazione pubblica della vita sociale) sono quelle che implicano minore impegno finanziario pubblico e maggiore coinvolgimento dei cittadini. Il Comune, oltretutto, registrerebbe un calo rilevante di spesa corrente se noi cittadini avvertissimo il dovere/piacere di non costruire più abusivamente, di non sporcare gli spazi esterni, di ridurre la produzione di rifiuti e di effettuare la raccolta differenziata di quelli comunque prodotti, di non deturpare e/o danneggiare le strutture comuni: tutto ciò dipende quasi esclusivamente da ciascuno di noi, costa pochissimo a ciascuno di noi e costituisce comportamento virtuoso dal quale deriverebbe (secondo calcoli che sarebbero stati effettuati da addetti ai lavori) una riduzione della spesa corrente, per servizi fondamentali, in misura non inferiore al 20/25%: …senza dire, d’altra parte, dell’effetto benefico sul piano della crescita individuale e collettiva.
A chi potrà pensare che questa mia affermazione sconta il limite della inutile scoperta dell’acqua calda, mi permetto di far notare (pensando al fascino della fiaba del re nudo) che la verità tante volte è vicina a noi e noi non la vediamo.
Ignazio Cucchiara